Nessun uomo è un’isola. Siamo fatti per vivere insieme felici e la nostra felicità dipende in gran parte dalla qualità dei nostri rapporti interpersonali.
Ma come si fa a vivere insieme felicemente?
Di fronte ai fallimenti ed esperienze negative di molte coppie e famiglie puoi essere scoraggiato e pensare che non sia possibile il successo, se non in rari casi fortunati.
In realtà la fortuna c’entra poco. Se siamo fatti per stare insieme ci deve anche essere il modo di riuscire a vivere felici insieme.
Per poter essere felici insieme è necessario intraprendere un cammino sia personale che insieme all’altra persona. Questo ovviamente implica una buona comunicazione interpersonale.
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Per vivere insieme felici: conoscere sé stessi e gli altri
Forse anche tu pensi che basti trovare la persona giusta per essere finalmente felici.
Attenzione però, la tua felicità non può venire da un’altra persona. Si può essere felici assieme, ma nessuna persona su questa terra può darti la felicità perché, come te, anche le altre persone hanno sia pregi, punti di forza che bisogni, esigenze, fragilità e limiti.
Non basta inoltre trovare la persona che soddisfa i nostri bisogni. Troppo spesso infatti siamo solo superficialmente ed istintivamente consapevoli dei nostri bisogni, senza averne mai preso veramente consapevolezza. In questo modo rischiamo di associarci continuamente alle persone sbagliate senza renderci conto del nostro errore.
Il primo passo per poter vivere insieme felici è conoscere profondamente sé stessi ed essere in pace con sé stessi.
Il secondo passo, strettamente legato al primo, consiste nel conoscere l’altro.
Devi cominciare a chiederti chi sei veramente. Potrebbe sembrare scontato saperlo. Dopo tutto ciascuno di noi ha a che fare con sé stesso fin dalla nascita. Abbiamo però indagato e cercato di comprendere veramente come siamo fatti? O ci siamo limitati a reagire istintivamente agli impulsi e sentimenti?
Noi tutti siamo frutto della nostra biologia, del contesto socioculturale in cui viviamo, della storia personale e delle nostre decisioni.
La tua storia personale e le scelte che hai fatto ti hanno sicuramente influenzato profondamente. Queste sono state però a loro volta influenzate dalla tua biologia.
Come siamo fatti biologicamente: uomo e donna
La biologia ha un enorme influenza sulla nostra vita ed è bene quindi conoscerla un po’ meglio. In particolare per l’effetto che il nostro fisico ha sulle nostre reazioni, sentimenti e azioni. Quindi anche sulla nostra possibilità di vivere felicemente insieme ad un’altra persona.
Il fatto di essere uomo o donna non è irrilevante ed influenza moltissimo il tuo e mio modo di percepire il mondo e gli altri.
Uomo e donna hanno la stessa dignità, hanno diritto allo stesso rispetto e ad esempio allo stesso stipendio a parità di lavoro svolto. Uomo e donna sono però profondamente diversi nel modo di percepire e agire nel mondo.
Questo fatto però non deve portare alla conseguenza di imprigionare ciascuno in un ruolo rigido e predefinito dal quale è impossibile uscire.
Siamo fisicamente diversi
L’uomo ha una struttura fisica più potente che gli dona maggiore forza fisica della donna. Una donna infatti riesce a portare solo un carico inferiore al proprio peso corporeo, mentre l’uomo può portare un carico ben superiore. L’ultimo record del mondo in sollevamento pesi è di 500 kg – anche se questo è un risultato veramente al limite delle possibilità.
L’uomo fisicamente è predisposto all’azione e quindi al coraggio.
La donna invece è biologicamente predisposta alla maternità e quindi alla accoglienza e sensibilità verso il debole e bisognoso.
Siamo mentalmente e psicologicamente diversi
Anche il cervello è diverso tra uomo e donna. L’intelligenza è la stessa, ma le varie regioni del cervello interagiscono in maniera diversa.
Nella donna il corpo calloso che collega i due emisferi del cervello è più voluminoso che nell’uomo. In questo modo c’è un maggiore interscambio tra le funzioni dei due emisferi, cioè razionalità ed emotività.
Questo predispone la donna ad essere più intuitiva. Una donna ad esempio capisce subito quando una persona è turbata, mentre l’uomo ha bisogno di segni più tangibili come lacrime o scenate per comprenderlo. Sembra inoltre che la donna sia più abile dell’uomo nel portare a termine più compiti contemporaneamente, cioè nel multitasking.
D’altro canto per l’uomo è facile ignorare i propri sentimenti e focalizzarsi senza distrazioni sull’obiettivo. L’uomo riesce ad archiviare temporaneamente emozioni e problemi, mentre la donna continua a rimuginarli.
Anche quando l’uomo si focalizza sui problemi, in genere li elabora tra sé in silenzio, mentre la donna ha bisogno di parlarne e cerca un ascolto empatico.
Il cervello dell’uomo tende a lavorare in modo astratto, mentre l’approccio della donna è più concreto. Se per esempio chiedi ad un uomo una indicazione stradale lui ti dirà: “sempre dritto, poi svolta alla terza strada a destra”. Una donna invece è più probabile che dica: “sempre dritto e poi svolta a destra subito dopo il benzinaio”. Questo perché la donna vede mentalmente la strada e quindi nota il benzinaio, mentre l’uomo analizza il percorso e conta le strade prima della svolta.
La donna è in genere più brillante dell’uomo nelle attività verbali e comunicative. Lei è fatta per la relazione, le piace interagire con le persone ed è interessata soprattutto alle relazioni sociali, alla stabilità e all’amore. Le interessa molto meno il successo.
L’uomo invece ha la necessità di agire sul mondo e trasformarlo. Per lui è importante il risultato e il successo.
Gli uomini inoltre tra loro stabiliscono in genere rapporti più gerarchici, mentre le donne hanno perlopiù rapporti paritari tra loro.
Siamo complementari
Da questi pochi cenni risulta evidente che uomo e donna sono molto diversi tra loro. A ben guardare però siamo fatti in modo complementare e per vivere felici insieme.
Certo poi ci sono le differenze individuali. Ci possono essere donne che battono la maggior parte degli uomini in attività tipicamente maschili oppure viceversa. Si tratta però di singole caratteristiche che non inficiano le differenze generali delineate sopra.
Proprio perché siamo complementari, uomo e donna non possono essere pienamente se stessi senza avere dei rapporti interpersonali sani con l’altro sesso.
Questo non avviene solo nei rapporti di coppia, ma deve cominciare già nella relazione con i genitori, fratelli, sorelle e amici.
Come siamo fatti, il contesto socioculturale
Oltre alla biologia siamo molto influenzati dal contesto socioculturale in cui siamo cresciuti e in cui viviamo. Non esiste e non può esistere un contesto socioculturale neutro. Ogni ambiente sociale e ogni epoca e cultura ha una certa idea di uomo e donna che necessariamente influenza tutta la società.
Le differenti idee sul ruolo uomo e donna
Le differenti idee sui ruoli dell’uomo e della donna hanno portato a vari modelli di convivenza più o meno appaganti per l’uomo, la donna o entrambi: famiglia matriarcale, famiglia patriarcale, modelli di convivenza con più mogli o più mariti, famiglie allargate, famiglie mononucleari.
In Italia per lungo tempo è prevalso il modello di famiglia patriarcale-allargata tipica del mondo contadino, mentre ora si è diffusa la famiglia mononucleare.
La famiglia di tipo contadino distingueva in modo netto il ruolo dell’uomo e della donna e c’era poca possibilità di intimità tra i coniugi. Nel contempo la presenza di più generazioni in famiglia garantiva le braccia per il lavoro di mantenimento della famiglia e la cura dei bambini piccoli, dei malati e degli anziani.
La famiglia mononucleare di oggi è per un certo verso fragile perché tutto il peso e responsabilità della famiglia ricadono sulla coppia. Ha però in sé una grande potenzialità di felicità e realizzazione. Questa potenzialità si può realizzare concretamente solo con una maggiore consapevolezza, complicità, armonia e intimità della coppia.
L’importanza di riconoscere la pari dignità tra uomo e donna
Il rapporto interpersonale può funzionare ed essere gratificante solo se si svolge alla pari, con rispetto e stima reciproci e riconoscendo la pari dignità dell’altro.
Purtroppo in moltissime culture e nazioni, ancora oggi la donna è considerata un essere inferiore. Questo non può che avere effetti devastanti sulle possibilità di realizzazione delle donne, ma anche nei rapporti in famiglia. In queste culture tutti sono condannati alla infelicità dei rapporti interpersonali. La inibizione e sottomissione di una delle componenti umane – la donna – ha l’effetto di azzoppare tutti i rapporti interpersonali.
“Libero sono stato creato. Simile, ma non uguale a te sono stato creato.
Stimami ed amami così come sono ed io lo stesso con te farò.
Libera sono stata creata. Simile, ma non uguale a te sono stata creata.
Amami, accoglimi e proteggimi ed io lo stesso con te farò.
Liberi siamo stati creati, simili ma non uguali siamo stati creati.
Amiamoci, stimiamoci, rispettiamoci!
E insieme con te più forte sarò.”Anonimo
Nella nostra cultura occidentale la donna è riconosciuta pari all’uomo come valore e dignità anche se alcuni residui negativi permangono, soprattutto nel mondo del lavoro. Il mondo del lavoro del resto è costruito a immagine e somiglianza dell’uomo e si fatica ancora a riconoscere il beneficio dell’apporto femminile, pretendendo piuttosto che la donna si comporti da uomo.
Come siamo fatti, l’effetto dell’educazione
Possiamo essere felici solamente se siamo pienamente noi stessi, cioè pienamente uomo o donna.
L’uomo è fatto per l’azione, il coraggio, la decisione. La donna tende alla accoglienza, sensibilità e alla capacità di amare gratuitamente.
Tutto ciò viene ancora confermato e valorizzato dalla educazione famigliare? Si comincia infatti ad essere pienamente uomo o donna in famiglia.
Questo non vuol dire che l’educazione deve costringere i figli in un ruolo predefinito e rigido senza valorizzarne le differenze individuali. Per fortuna nella nostra società normalmente non si corre questo pericolo.
Semmai oggi viene incentivata la donna che non sa cosa farsene dei figli, tutta protesa al successo e in gara con l’uomo.
L’uomo inoltre viene sempre più femminilizzato.
Di ciò è responsabile il contesto socioculturale che influenza necessariamente anche i genitori.
Infatti per un certo tipo di madre, al figlio, soprattutto se maschio, viene permesso tutto. In questo modo però il figlio non può trovare la sua strada di maschio staccandosi dal rapporto simbiotico con la madre. Non gli viene inoltre insegnato il corretto autocontrollo che gli permetterebbe di incanalare la sua naturale aggressività in forza assertiva e propositiva. Cioè forza e coraggio dell’uomo vero. In questa situazione il rapporto con il padre, così fondamentale soprattutto per il figlio maschio, risulta molto carente.
Il risultato è un figlio e poi un uomo che non sa bene chi è ed è fragile psicologicamente, dipendente e spesso prepotente.
Davvero vogliamo un mondo popolato da uomini fragili e prepotenti e da donne che si snaturano per essere identici agli uomini?
Per riuscire a vivere insieme felici è necessario avere maggiore consapevolezza di noi stessi e della nostra storia personale. In questo modo possiamo evitare gli errori delle generazioni precedenti ed essere più consapevoli dei condizionamenti socioculturali.
In conclusione
Siamo fatti per vivere insieme felici e nello stesso tempo le nostre differenze rischiano di renderci impossibile l’essere felici assieme. Abbiamo però la chiave per la felicità nelle nostre mani anche se siamo spesso noi stessi la barriera contro la nostra pienezza.
La soluzione parte dalla reciproca consapevolezza e comprensione delle nostre differenze.
Solo così sarà possibile la felicità nelle relazioni interpersonali di coppia, in famiglia e anche una maggiore consapevolezza nell’essere genitori.
Si tratta di un cammino continuo e non possiamo mai considerarci arrivati. Del resto tutto ciò che veramente ha valore richiede necessariamente impegno per essere realizzato.
Credo che sarai d’accordo nel dire che vivere insieme felicemente è certamente una cosa per la quale vale la pena impegnarsi.