Il pensiero laterale, ovvero la capacità di pensare fuori dagli schemi, è una competenza sempre più richiesta nel mondo del lavoro e sarà sempre più fondamentale.
Conviene quindi cercare di esercitare questa capacità il più possibile.
In genere si pensa al pensiero laterale come utile per generare idee creative. Il che è assolutamente vero!
Il pensiero laterale però è utile e talvolta fondamentale in ogni campo del sapere, anche nello studio.
Ma che cos’è esattamente il pensiero laterale?
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Che cos’è il pensiero laterale
Il termine “pensiero laterale” è stato coniato da Edward de Bono, una delle principali autorità a livello mondiale sul pensiero creativo. Infatti, laureato in medicina e psicologia, ha scritto numerosi libri sulla capacità di generare pensieri creativi.
Come dice in uno dei suoi libri (“Sei cappelli per pensare”) ha ritenuto necessario coniare il termine “pensiero laterale” per vari motivi tra cui “il significato ampio e in un certo senso vago della parola creatività”.
Il pensiero laterale è quindi un pensiero creativo e consiste nell’abilità di pensare fuori dagli schemi del ragionamento logico-deduttivo classico. In particolare il pensiero laterale permette di trovare idee nuove che abbiano la caratteristica della validità e della semplicità.
Non si tratta quindi di creatività senza regole e freni, ma orientata sempre alla soluzione di un problema e al raggiungimento di un risultato concreto.
Pensiero laterale: differenza con il pensiero logico tradizionale
Il pensiero laterale ha come scopo la soluzione di un problema esattamente come il pensiero logico tradizionale.
Dove sta quindi la differenza?
Il modo “normale” di pensare del nostro cervello è quello logico-deduttivo che permette di usare meno risorse e tempo, ottenendo velocemente un risultato. Si tratta del metodo più efficiente e normalmente anche più efficace.
Così come l’acqua di una sorgente di montagna tende a scorrere giù a valle seguendo i pendii, analogamente il pensiero logico tradizionale segue la direzione della maggior probabilità ripercorrendo strade che si sono rivelate utili in passato.
Il pensiero laterale consiste invece nel percorrere strade mai battute, o perlomeno cercare di approcciare il problema da una angolazione insolita. Questo richiede più tempo e nessuna garanzia di ottenere un qualche risultato accettabile, ma talvolta è l’unica strada percorribile.
I limiti del pensiero logico tradizionale
Se il modo naturale di pensare, cioè quello logico-deduttivo, è anche in genere quello più efficiente, perché mai abbiamo bisogno del pensiero laterale?
Il problema del metodo logico sta proprio nella sua caratteristica di ripercorrere strade già battute. Talvolta infatti il problema non può avere soluzioni nelle strade già note ed è necessario aprire una nuova via.
Le strada già battute inoltre hanno la tendenza a diventare dei solchi profondi da cui è difficile uscire.
Il pensiero classico infatti può cadere nella trappola dell’idea dominante. Se esiste una forte teoria o convinzione su un certo argomento, qualsiasi ragionamento ulteriore partirà dalla teoria dominante.
Soprattutto se ha fornito risultati utili, non necessariamente in termini scientifici, ma magari in termini di carriera e notorietà.
Dopo tutto siamo tutti essere umani!
È una trappola in cui sono caduti anche ottimi scienziati. Pensa ad esempio alla difficoltà con cui sono stati accolti gli esperimenti e risultati di Pasteur sulla vaccinazione. È stato infatti oggetto di una vera e propria campagna di diffamazione da parte di altri scienziati che negavano gli effetti benefici della vaccinazione.
Il pensiero logico, proprio per la sua tendenza a seguire la strada più battuta, talvolta ci impedisce di trovare la soluzione di un problema.
L’idea dominante può dare problemi anche nello studio.
Ripetiamo fino alla nausea un concetto, una teoria o un metodo di risoluzione. Poi quando affrontiamo un altro tipo di problema, non riusciamo più a risolverlo perché ci incaponiamo a voler utilizzare il metodo che fino a quel momento ha dato buoni risultati. Non riusciamo più a vedere che il tipo di problema richiede un approccio diverso.
Per evitare questo è utile innanzitutto imparare in modo più efficace evitando di ripetere inutilmente fino allo sfinimento un concetto.
Il pensiero laterale è necessario per il progredire del sapere
Il pensiero laterale non deve e non può diventare la normale modalità di pensare. È però impensabile arrivare a nuove conquiste del sapere percorrendo solo le strade già battute.
Come qualsiasi miniera per quanto ricca, prima o poi si esaurisce, allo stesso modo le possibilità e le ramificazioni derivabili da un percorso di pensiero, prima o poi si esauriscono.
Molte scoperte che hanno aperto nuovi orizzonti sono state ottenute non seguendo un cammino logico-deduttivo, ma per errore o per caso, mentre si stava cercando altro.
Fu il fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen, mentre studiava le onde elettromagnetiche e i raggi catodici che per caso scoprì i raggi X.
Fu Charles Goodyear nel 1830, che facendo cadere per errore della gomma naturale sulla stufa scoprì che in questo modo restava elastica, ma diventava molto resistente tanto da poterla usare per le ruote delle automobili.
Il pensiero laterale è un modo per non lasciare al caso le scoperte, ma di generare volutamente situazioni da cui possono scaturire nuove scoperte.
Il pensiero laterale è necessario per il progredire del sapere umano.
Pensiero laterale: liberarsi dalle idee scontate
Per poter procedere con il pensiero laterale è necessario liberarsi dall’effetto limitante delle idee precostituite e dominanti.
Si tratta di tutto ciò che diamo per scontato ed assodato, ma che impedisce di vedere in modo più ampio i dati del problema.
Per liberarsi di queste idee indesiderate bisogna innanzitutto rendersi conto della loro esistenza.
Come?
Cercando di assimilare tutti i dati del problema con attenzione e precisione. Le idee dominanti sono le idee che non fanno parte del problema.
Vediamo ad esempio il seguente enigma di pensiero laterale.
Un uomo si trova all’ottavo piano di un edificio e guarda al di là della finestra. Improvvisamente preso da un impulso ingiustificato, apre la finestra e scavalca il davanzale. La finestra si affaccia su una via trafficata e il muro dell’edificio giunge in basso fino al marciapiede senza ostacoli o punti di appoggio. L’uomo fa un passo avanti e cade sul terreno indenne. Non indossa un paracadute o altro mezzo frenante, ma non si è procurato nemmeno un graffio. Come è possibile?
Conosci già la soluzione di questo enigma? Oppure sei riuscito ora a risolverlo agevolmente?
L’enigma è facilmente risolvibile se riesci a liberarti dalle idee scontate che in realtà non fanno parte degli elementi del quesito.
Talvolta l’idea dominante può essere elaborata e complessa. In tal caso, una volta riconosciuta l’idea dominante, è possibile analizzarla minuziosamente in ogni suo aspetto. In questo modo sarà più facile neutralizzarla.
Un altro metodo consiste nel distorcere volutamente l’idea fino a renderla irriconoscibile ed assurda.
Non bisogna però contestare l’idea precostituita, perché in tal cosa la sua influenza rimane integra seppure in negativo.
Talvolta l’unico modo per sottrarsi all’influenza di una idea dominante è di chiedere il parere a una persona esterna che può vedere i dati del problema in modo nuovo.
Pensiero laterale: cercare nuovi modi per comprendere la realtà
La seconda cosa da fare per applicare il pensiero laterale è di ricercare nuovi modi e metodi per comprendere la realtà.
Talvolta anche solo un lieve spostamento del punto di osservazione può portare a risultati profondamente diversi.
Ad esempio invece che partire dai dati del problema, può essere utile partire dal risultato desiderato e procedere a ritroso.
Si narra che Alessandro Magno dovesse espugnare una fortezza incastonata tra due picchi di montagna. Discutendo con i suoi generali giunsero alla conclusione che la fortezza si poteva espugnare solo dall’alto perché ogni accesso dal basso era precluso e quindi un tentativo dal basso poteva concludersi solo con la disfatta. Senza farsi inibire dalla impresa impossibile Alessandro riuscì a portare in cima a uno dei picchi un gruppetto dei suoi uomini migliori mediante una scalata in cordata inventata lì per lì. Da lì poterono scagliare frecce sulla fortezza e gli occupanti spaventati dall’impresa apparentemente impossibile si arresero. In questo modo Alessandro Magno vinse con pochissimo spargimento di sangue perché spostò la sua attenzione dalla conquista della fortezza alla conquista della vetta.” liberamente tratto da ‘Problem Solving Strategico da tasca’ di Giorgio Nardone
Oppure – alla ricerca di una vista diversa – si possono rovesciare i termini del problema ipotizzando ad esempio che non è il soffitto ad essere sorretto dai muri, ma sono i muri a pendere dal soffitto.
Una altra possibilità è di volutamente concentrarsi, ora su un punto del problema e poi su un altro, oppure di applicare i dati del problema ad una situazione di più semplice soluzione.
Pensiero laterale: cercare un sentiero nel caos
A differenza del pensiero logico-deduttivo che ha bisogno di controllare e verificare ogni passo, il pensiero laterale è libero di procedere in qualsiasi direzione senza verifiche, fino a trovare un sentiero che porta da qualche parte.
Solo una volta trovata la meta, è necessario rifare il cammino per comprendere i passi logici per arrivarci.
“Il bisogno di essere conseguenti in ogni momento e ad ogni stadio è probabilmente il più grosso ostacolo alla scoperta di soluzioni nuove” Edward de Bono
Pensiero laterale: il caso come risorsa
Ho già citato Röntgen e Goodyear come esempi dei casi, tra innumerevoli altri, in cui le scoperte scientifiche sono state frutto del caso o di veri e propri errori. Questi sono tutti esempi in cui il caso è risultato essere una grande risorsa. Il pensiero laterale cerca di sfruttare consapevolmente il caso per produrre nuove idee.
Il modo migliore per aiutare il caso è il gioco. Come era solito fare anche uno dei più grandi matematici, James Clerk Maxwell, che invitato a pranzo, si trastullava con i riflessi sui bicchieri e il tintinnio delle posate.
Infatti giocando, le idea nascono spontanee e alimentano altre idee.
Ci sono altri modi per stimolare nuove idee come il classico brainstorming o l’esporsi a nuovi stimoli aggirandosi ad esempio nei grandi magazzini o in altri luoghi pieni di oggetti.
Si può infine mescolare tra loro idee formulate in tempi e con scopi diversi. Talvolta una idea nata per tutt’altro scopo può servire a risolvere il problema.
In conclusione
Il pensiero laterale fa parte del pensiero creativo, ma è rivolto specificatamente alla risoluzione di problemi. Il pensiero laterale dà meno garanzie di ottenere un risultato in tempi certi, ma le sue soluzioni sono sempre semplici e lineari. Infatti, ad esempio le soluzioni degli enigmi di pensiero laterale ci sembrano sempre ovvie quando ci vengono svelate.
A proposito di soluzioni, se ti è rimasta la curiosità ecco qui la soluzione all’enigma dell’uomo all’ottavo piano.
L’uomo era il lavavetri e si trovava all’esterno dell’edificio. Aprendo la finestra ha messo piede in un ufficio dell’ottavo piano
Ebbene, non ti sembra ovvia ora la soluzione?
La narrazione “L’uomo fa un passo avanti e cade sul terreno indenne”. Il verbo cadere induce a pensare ad un incidente con il peggiore esito.
Perchè il lavavetri salendo sul davanzale ed entrando nella stanza dovrebbe cadere? Semmai farebbe un salto dal davanzale al pavimento di circa 100-120 cm.!
Usare il verbo cade è quasi una presa in giro dell’ascoltatore (verbo utilizzato impropriamente) che induce a pensare al peggio.