Ti è mai venuta l’ansia alla sola idea di ritrovarti senza cellulare? Se sì, allora forse anche tu sei affetto da Nomofobia. “Nomofobia” è il termine coniato di recente per indicare un malessere del mondo digitale che riguarda in particolare l’utilizzo improprio dello smartphone. È un male sempre più diffuso, ma è possibile combatterlo con un po’ di buon senso.

Nomofobia: che cos’è

Il termine Nomofobia è stato coniato nel mondo anglosassone nel 2011 e deriva da “No Mobile Phone Phobia” ovvero la fobia da assenza di cellulare.

Sei affetto da Nomofobia se soffri di ansia e timore ossessivo di non essere raggiungibile con il cellulare quando ad esempio:
– hai la batteria scarica
– non hai credito sul telefono
– non c’è campo
– hai perso il cellulare
– hai lasciato a casa il cellulare e non hai modo di recuperarlo prima di sera
Oltre al timore di trovarsi senza cellulare, la Nomofobia si manifesta anche con l’uso eccessivo e impulsivo del cellulare controllandolo continuamente e senza necessità.

Ci sono vari gradi di Nomofobia. Nel mondo digitale che esige che tutti siano sempre connessi, ormai quasi tutti ne soffriamo in una certa misura.

Scommetto che in questo istante anche se non stai leggendo il post dallo smartphone, hai comunque sott’occhio il telefono ed hai da poco controllato le notifiche oppure hai dato una sbirciatina a FB.
Ci ho azzeccato?

Statistiche sulla Nomofobia

La Nomofobia non è ancora ben definita e studiata a livello clinico. Alcuni studiosi la considerano una dipendenza come quella del tossicomane, altri la considerano un disturbo ansioso.

Una cosa però è certa. E’ un fenomeno in continuo aumento.
In vari studi risulta che più della metà degli utenti mobile (53%) soffre d’ansia alla perdita del cellulare. Sembra inoltre che la Nomofobia colpisca più gli uomini (58%) che le donne (48%).
Le persone coinvolte in queste indagini statistiche spesso paragonano l’ansia per la perdita del cellulare con quella del giorno prima del matrimonio o di una seduta dal dentista. Inoltre la maggior parte (55%) sostiene che l’ansia deriva dal senso di isolamento dovuta dal non poter comunicare con famiglia o amici. Solo per il 10% delle persone il problema risulta essere il non poter comunicare per motivi di lavoro.
I più colpiti dalla Nomofobia sono i giovani tra i 10 e 25 anni e in generale le persone con bassa autostima e problemi relazionali.

Perché è nata la Nomofobia?

Di sicuro nessuno sentiva il bisogno di inventarsi una nuova fobia. Eppure eccola qua!
La psicologia ci dice che spesso le tecnologie digitali hanno l’effetto di acutizzare delle fobie già presenti. Nel caso della Nomofobia si tratta dell’ansia da separazione. L’ansia nel nomofobico nasce infatti per la interruzione dei contatti sociali che ha su Whatsapp, FB e gli altri social.
Quindi si tratta della paura di essere isolati dagli altri, la paura di essere soli.

ansia nomofobia

Eppure fino a non tanti anni fa il cellulare non esisteva e la vita si svolgeva regolarmente con gli stessi contatti umani di oggi e forse anche di più.
Anche senza cellulare!
Perché ora sembra così difficile farne a meno?

Lo smartphone permette di essere sempre in contatto con parecchie persone tramite i vari social media. Questo contatto però richiede una continua attenzione per controllare e rispondere ad ogni nuova notifica. In questo modo si rischia a poco a poco di sostituire i rapporti reali a tu per tu con quelli digitali.
Quante volte capita di vedere due persone insieme, ad esempio al ristorante, eppure tutte e due totalmente immerse nel proprio cellulare?
L’esigenza di comunicazione e di rapporti sociali viene sempre più appagata dalla tecnologia digitale, ma a quale prezzo?
Anche senza arrivare alla vera e propria patologia siamo sempre più dipendenti dal nostro smartphone. L’emergere della Nomofobia ne è un segno eloquente.

Come capire se sei affetto da Nomofobia

La Nomofobia nei casi più seri può portare a veri e propri attacchi di ansia e panico con evidenti disagi fisici come ansia, vertigini, sudorazione, tremori, nausea, battito cardiaco accelerato.
Per fortuna il più delle volte si manifesta in maniera meno evidente.
Si possono fare vari piccoli test per verificare il proprio grado di Nomofobia.

Puoo ad esempio rispondere a queste semplici domande:
– Tieni sempre il telefono a portata di mano e acceso 24 ore su 24?
– Controlli il livello della batteria e porti sempre con te il caricabatteria?
– Tieni d’occhio continuamente il telefono per vedere se ci sono nuove notifiche?
– Cominci a agitarti quando un amico non risponde in tempi brevi ad un tuo messaggio?
– Ti senti a disagio se ti trovi anche per poco tempo in un luogo che ha poco segnale?

A quante di queste domande hai risposta di sì? A una, due, a tutte?

Nomofobia: come la puoi combattere

Non c’è una formula magica che ti permette di liberarti dalla Nomofobia.

Il primo passo per combattere questa dipendenza da cellulare è di prendere coscienza del tuo grado di dipendenza.
Se il tuo è un grado serio di dipendenza ovviamente sarà bene rivolgersi ad uno psicologo, ma per un grado “normale” di Nomofobia sarà sufficiente un po’ di buon senso.

liberi dalla nomofobia

Si tratta infatti di riequilibrare l’utilizzo del cellulare eliminando le ore inutili spese giocando con lo smartphone e ritagliandoti nella giornata dei momenti “cellulare-free”.
Ci sono sicuramente parecchie attività della tua giornata che non richiedono l’utilizzo del cellulare.
Se vuoi davvero riconquistare la tua libertà devi cominciare a spegnere o mettere lontano il cellulare per non sentire continuamente le notifiche in arrivo quando sei impegnato in attività in cui il telefono non serve.
Se ti accorgi che la lontananza del cellulare ti fa stare in ansia, puoi procedere per piccoli passi aumentando la distanza e il tempo passato lontano dal cellulare lentamente via via che ti senti a tuo agio con la situazione.

Conclusione

Oltre a disintossicarti dalla dipendenza da smartphone, questi semplici accorgimenti di buon senso portano anche altri benefici. Avrai infatti anche un notevole guadagno di efficienza perché perderai meno tempo e sarai più concentrato su ciò che fai.
Inoltre avrai finalmente un po’ di tempo per interagire a tu per tu con colleghi, amici e famigliari.

Che ne dici? Val la pena provarci?

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