La reciprocità è fondamentale in qualsiasi relazione interpersonale. Senza reciprocità non ci potrebbe essere vita sociale.
Ma che cos’è la reciprocità?
È una regola psicologica che influenza il nostro comportamento sociale. Ridotta all’essenziale, la reciprocità è quel meccanismo per cui se qualcuno ci fa un favore, ci sentiamo spinti dalla gratitudine a ricambiare al più presto.
È un fondamento senza il quale sarebbe difficile una convivenza civile. Serve ad evitare che ci sia qualcuno che solo riceve, o qualcun altro che solo dà.
Non è però tutto rose e fiori. La reciprocità si presta a essere sfruttata in vari modi.
Talvolta infatti si innesca un meccanismo per cui rischia di diventare una specie di ricatto continuo reciproco.
Un parente ad esempio ti fa un bellissimo regalo. Tu però non riesci a esserne felice perché ti senti costretto a ricambiare e non sai come fare. Arrivi addirittura a desiderare di non aver mai ricevuto il regalo.
Ti è mai capitata una cosa del genere? Spero di no; eppure purtroppo succede.
La reciprocità intesa in questo modo finisce per seppellire i rapporti o perlomeno a renderli solo formali.
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La reciprocità è fondamentale, anche nel marketing
Il principio di reciprocità, come definito da Robert Cialdini nel suo libro “Le armi della persuasione”, viene ampiamente sfruttato anche dal mondo del marketing.
Nel suo famoso libro, Cialdini fa il seguente esempio di reciprocità.
Due gruppi di studenti vengono scelti per valutare un’esposizione di quadri, senza sapere di essere sottoposti a un test.
Ogni studente viene accompagnato dall’assistente Joe a visitare l’esposizione. Alla fine della visita Joe chiede a ogni studente di comprare un biglietto della lotteria dicendo di doverli vendere tutti per ricevere un premio di 50 dollari.
Joe chiede a tutti gli studenti di comprare i biglietti. Con quelli del secondo gruppo però viene aggiunta una variante. Durante la visita di ciascun studente, Joe esce un attimo dalla stanza e torna con due bottigliette di coca-cola dicendo: “Avevo sete, quindi ho preso da bere anche per te.”
Secondo te, al termine del test, quale gruppo di studenti risultò aver comprato più biglietti della lotteria?
Ovviamente il secondo.
Il regalo di una coca-cola infatti aveva innescato la reciprocità e gli studenti del secondo gruppo quindi acquistarono il doppio dei biglietti rispetto al primo gruppo. Perché si sentivano in obbligo per la coca-cola gratis. Anche quelli che non provavano grande simpatia per Joe. Mentre quelli del primo gruppo dissero di avere deciso se acquistare o meno i biglietti in base alla simpatia che provavano per Joe.
Di per sé non c’è nulla di male se questo principio viene utilizzato nel marketing. A patto di non esagerare. La reciprocità è però solo questo? Solo un meccanismo per ottenere dagli altri qualcosa?
La reciprocità: che fine fa se abbiamo solo diritti?
La reciprocità è fondamentale per il buon funzionamento della società. Una società individualista può però davvero funzionare in modo sano?
In un mondo estremamente individualista come il nostro, tutto gira solo attorno a me e alle mie esigenze.
Se ognuno di noi è concentrato solo su di sé, alla fine gli altri servono solo per raggiungere i propri scopi.
Quindi io uso te e tu usi me. La reciprocità diventa così uno strumento di manipolazione dell’altro. In questo caso la reciprocità è fondamentale solo per sfruttare meglio l’altro.
In un mondo del genere, che valore può avere il detto: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”?
Ecco quindi la reciprocità ridotta a regola del marketing, oppure a ricatto reciproco nei rapporti interpersonali.
Abbiamo l’esigenza di essere valorizzati dagli altri
Ognuno di noi ha l’esigenza di essere riconosciuto, apprezzato e valorizzato dagli altri. Abbiamo bisogno degli altri per poterci realizzare e per poter essere felici.
Se non ne sei convinto, prova per esempio a immaginarti solo su un’isola deserta senza avere contatti con nessuno per anni.
Proprio per questo è facile usare i favori che facciamo, come subdoli ricatti per ottenere il contraccambio.
Se fai così però, ottieni due effetti negativi:
- Stai male se l’altra persona non ti ricambia come avevi in mente tu. Ti senti infatti sfruttato, o non capito. Sicuramente non apprezzato.
- Inneschi un meccanismo di obbligo, o addirittura di ricatto reciproco dove ciascuno deve restituire il favore. Magari facendone uno più grosso, ma così rischia di diventare insostenibile. Il rapporto diventa un peso invece che un piacere reciproco.
Come evitare questi pericoli? L’unico modo è riuscire a vivere la reciprocità in modo più sano.
Reciprocità e buon senso
Il detto “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” è semplice buon senso. Non lo trovi infatti solo nel cristianesimo o in occidente. In oriente, Confucio dice:
“Ciò che non vuoi che sia fatto a te, non farlo agli altri.”
La reciprocità è fondamentale e non può ridursi a cercare di incastrare l’altro in obblighi verso di me. È fondamentale perché è una regola di buon senso per gestire i rapporti sociali in modo sano ed equilibrato.
È una regola che permette di tenere conto dei diritti degli altri oltre che dei miei; dei desideri e sentimenti dell’altro oltre che dei miei.
Come tenere conto della reciprocità senza imporre pesi a nessuno?
In qualsiasi tipo di rapporto umano serve la reciprocità. Non ci può essere troppo squilibrio. Il dare non può essere tutto da una parte. Non è detto però, che dare e avere devono sempre essere pesati e suddivisi a metà in modo freddamente matematico.
Se qualcuno ti fa un favore, il gesto dovrebbe venire dal cuore e non essere il pagamento di un debito.
Se tu fai un favore a un altro, è perché ci tieni a quella persona. Perché desideri renderla felice. Non per liberarti da un debito e non per incatenare la persona a te.
Non devi quindi tenere la contabilità dei favori che gli altri ti devono. O di quelli che tu devi agli altri.
La reciprocità è ricevere e donare liberamente
Le relazioni interpersonali devono potersi sviluppare liberamente. Questo non significa non provare gratitudine per un favore ricevuto. Significa essere liberi di corrispondere con quel tanto che liberamente possiamo; magari solo con un grazie detto di cuore.
Solo in questo modo la reciprocità è fondamentale per una felice convivenza. Perché si trasforma in uno strumento di scambio sì, ma spontaneo, di soddisfazione e di gratitudine reciproci.
Se ci pensi, l’amicizia è una relazione di reciprocità. In una vera amicizia ci si fa favori e ci si aiuta a vicenda, ma senza la zavorra di sentirsi continuamente in debito. È possibile accettare un dono ed essere grati con gioia e serenità.
Questa dunque dovrebbe essere la vera reciprocità. La gioia di rendersi felici reciprocamente. O si potrebbe anche dire, la gioia di un amore reciproco.
Se riesci a far questo, ottieni parecchi vantaggi:
- Puoi godere liberamente e senza angoscia per un dono ricevuto
- La gratitudine rinsalda il rapporto (e senza alcun ricatto)
- Ti senti valorizzato e apprezzato sia quando doni che quando ricevi.
In sintesi
La reciprocità viene spesso intesa solo come uno strumento di scambio reciproco che permette di ottenere qualcosa dagli altri. In questo modo però si rischia di ridurre ogni rapporto a uno scambio “do ut des” che è solo fonte di frustrazione e obblighi reciproci.
La reciprocità è fondamentale se ci permette di vivere i rapporti sociali in modo sano ed equilibrato. Non possiamo ridurla a un ricatto reciproco.
La vera reciprocità fiorisce quando ognuno tiene conto delle esigenze e diritti dell’altro; quando c’è una relazione di rispetto e stima reciproci.
Un rapporto di amicizia vera, è un esempio di rapporto dove si può vivere in modo sano la reciprocità. È una relazione di reciprocità in cui è possibile:
1. Accogliere con gioia un dono:
- senza sentire il peso di dovere ricambiare
- senza misurare se il dono compensa ciò che abbiamo donato noi
2. Fare un favore o un regalo:
- Solo per rendere felice l’altra persona
- Accettando un grazie come equo compenso (e senza pretendere altro)
In fondo il disagio che proviamo quando qualcuno ci fa un favore, è segno di un rapporto non vero, o perlomeno ancora acerbo.
E tu come hai vissuto finora la reciprocità? Come ricatto, o in gioia e libertà?