Quando eserciti la tua attenzione volontaria, eserciti la tua libertà di decidere autonomamente invece di essere succube degli stimoli. Ci hai mai pensato?

L’attenzione volontaria è infatti la capacità di decidere autonomamente su cosa porre la propria attenzione, riuscendo quindi a concentrarsi su una cosa o attività, per il tempo deciso.

È una di quelle competenze trasversali che sono importanti nella vita di ciascuno di noi e proprio per questo sono talvolta addirittura oggetto di qualche corso universitario.

Siamo in un mondo di stimoli continui, in cui tutti, in ogni momento, gareggiano ad attirare la nostra attenzione, a partire dai social e le notifiche whatsapp. Tutti noi, ragazzi e adulti, siamo messi a dura prova per evitare di passare continuamente da uno stimolo all’altro.

Ecco quindi l’importanza sempre crescente, di saper stare attenti quando vogliamo noi e per il tempo che decidiamo. Senza farci distrarre da altri stimoli.

Cosa succede se domina l’attenzione automatica?

Una persona con un’attenzione volontaria scarsamente sviluppata viene facilmente distratta, fino ad essere iperattiva. Non riesce a stare senza far nulla, ha il continuo bisogno di muoversi ed ha bisogno di riempire il silenzio con qualche tipo di suono.

Che ne dici? Non sembra anche a te, la descrizione di molti dei nostri ragazzi quando sono a scuola?

Molti ragazzi non hanno alcuna capacità di autocontrollo; sono infatti guidati dall’attenziona automatica e involontaria che segnala, come è suo compito, qualunque nuovo stimolo.

Se la nostra attenzione volontaria non è in condizione di prendere il sopravvento su quella automatica, è quella automatica ad avere il sopravvento su di noi, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta.

Non essere padroni della nostra attenzione, crea problemi non solo nell’apprendimento a scuola o in qualsiasi altro ambito, ma impedisce anche di essere pienamente liberi.

Quali benefici dà l’attenzione volontaria?

Per essere il più possibile padroni di sé, è necessario essere in grado di gestirsi in modo consapevole e non essere succubi dei propri istinti.

Ecco dei benefici concreti derivanti dal saper stare attenti:

  • Favorisce l’apprendimento. L’essere in grado di fare attenzione, a scuola o in qualsiasi nuova situazione, permette un apprendimento più rapido e profondo.
  • Migliora i risultati e la gestione del tempo. Se siamo in grado di concentrarci totalmente sul nostro compito senza farci continuamente distrarre, i risultati saranno maggiori e migliori. Il meglio è, che riusciamo a ottenere un tale risultato anche risparmiando tempo.
  • Permette di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il fatto di ottenere ottimi risultati in poco tempo, favorisce anche il raggiungimento degli obiettivi più complessi che richiedono pianificazione, oltre che impegno e costanza nel tempo.
  • Aumenta l’autostima, o per meglio dire, l’autoefficacia. Riuscire a raggiungere i propri obiettivi è una vittoria che sostiene e rinvigorisce l’autoefficacia e la fiducia in se stessi. In questo modo genera la condizione migliore per ottenere altri successi, che a loro volta rinforzano la fiducia in sé.

Essere in grado di dominarci in modo da non essere schiavi di ogni stimolo interno o esterno, genera un circolo virtuoso che dà qualità alla nostra vita e favorisce lo sviluppo della persona nella sua totalità.

Ecco quindi l’importanza di apprendere da piccoli a fare attenzione.

Educare all’attenzione i bambini

Il compito dei genitori, prima ancora di quello della scuola, è molto importante. Alla nascita il bambino non è in grado di gestirsi autonomamente. È perlopiù determinato da reazioni automatiche. Quella che prevale nel bambino è infatti l’istintività e l’attenzione automatica.

Sappiamo che il cervello è formato da emisfero destro e sinistro. Quello destro è relativo alle emozioni, intuizioni, alla creatività ed è anche sede del linguaggio non verbale; mentre l’emisfero sinistro costituisce la mente razionale, pratica, logica e analitica.

Nei primi 3 anni di vita, predomina l’emisfero destro. Negli anni successivi anche l’emisfero sinistro si evolve, ma non per questo c’è meno bisogno della presenza attenta degli adulti. Comincia la fase in cui è fondamentale fare delle cose insieme ai genitori, come giocare o ascoltare storie sulle loro ginocchia. Tutto questo risponde al bisogno profondo di imparare sentendosi al sicuro.

L’attenzione volontaria non si evolve in maniera automatica, ma va educata e allenata.

I genitori con la loro affettuosa e attenta presenza, aiutano il figlio nella scoperta del mondo e di se stesso. Rispondendo con pazienza alle sue domande, ma anche esigendo il rispetto di alcune semplici regole, lo aiutano a diventare sempre più padrone di sé. Lo aiutano quindi a prendere possesso della sua attenzione in modo volontario.
Sono proprio i piccoli impegni quotidiani, come ad esempio fare i compiti, il dover mettere via un giocattolo perché è ora di andare a letto, oppure lavarsi le mani prima di sedersi a cena, che permettono al bambino di diventare sempre più capace di autogestirsi con la propria volontà.

Attenzione volontaria, richiede allenamento continuo

Se abbiamo avuto una buona educazione dai nostri genitori, partiamo avvantaggiati rispetto a tanti altri.

Questo però non basta. Spesso ci troviamo in difficoltà a causa di uno scarso allenamento a fare attenzione. Il cervello ha infatti bisogno di mantenersi allenato per riuscire a concentrare l’attenzione volontariamente.

Ci sono molti fattori che congiurano a mettere in difficoltà la nostra capacità di attenzione. Ecco perché è fondamentale fare ciò che è in nostro potere, a partire da un esercizio costante all’attenzione.

Ci possono mettere in difficoltà ad esempio:

  • la presenza di molti rumori e distrazioni ambientali
  • una scarsa motivazione o interesse
  • stanchezza (magari dovuta a mancanza di sonno)
  • ansia, paura o stress

Ciascuno di questi fattori richiede la sua soluzione specifica. Ci sono infatti delle attività concrete che puoi mettere in campo se vuoi migliorare la tua capacità di fare attenzione.

La stanchezza può ad esempio essere curata anche con una sola buona notte di sonno. Spesso però ciò che serve è una strategia più ampia di maggior cura di sé, a partire dalla cura della buona qualità del sonno e una dieta equilibrata.

In conclusione

Una buona educazione al controllo di sé e alla gestione volontaria della propria capacità di stare attenti è molto importante, ma non basta.

Per dominare la propria attenzione volontaria e non essere dominati dagli stimoli continui, esterni o interni, è necessario un allenamento constante.

Direi addirittura che si tratta di un vero e proprio lavoro su di sé perché non possiamo mai dirci arrivati definitivamente. Anche per la gestione della capacità di attenzione, che tanti benefici ci può dare, si tratta di una autoeducazione continua.

Se vuoi essere libero di scegliere i tuoi obiettivi e in grado di portarli a temine, è un cammino che vale la pena fare. Non credi?

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